La differenza tra uno Psicologo e uno Psicoterapeuta
La professione dello psicologo e quella dello psicoterapeuta (nella percezione comune vengono considerate la stessa cosa ma, come vedremo, sono diverse) restano sempre avvolte da un alone di fascino e mistero.
Ne ho avuto conferma ancora una volta durante un viaggio in treno fatto alcuni giorni fa: alla domanda cosa fai nella vita? ed alla successiva risposta, ecco che l'interlocutore inizia con: "Wow, beato te. Che lavoro bellissimo", aggiungendo poi una serie di luoghi comuni relativi all'essere matti, al fortunatamente io non ne ho bisogno, ma non ti stanchi ad ascoltare i problemi di tutti e, dulcis in fundo, ma mentre i tuoi pazienti sono sdraiati sul lettino tu sei in chat, vero?
Allora, siccome questi argomenti sono gli stessi che affrontavo anni orsono, sempre nei miei viaggi in treno, nel corso dei miei studi universitari, ho deciso di dedicare il tempo necessario a chiarire che cos'è la psicoterapia, perché funziona e perché lo psicologo e lo psicoterapeuta non curano (solo) i matti.
PSICOLOGO e PSICOTERAPEUTA
Cominciamo col dire che psicologo e psicoterapeuta non sono sovrapponibili.
Lo psicologo studia il comportamento umano normale nel senso di funzionale ed agisce per ripristinare tale funzionamento (si pensi agli interventi in azienda). Ergo, si occupa anche delle deviazioni dal comportamento normale. Non mi riferisco con questo termine alle deviazioni patologiche (ansia, depressione, schizofrenia, etc.) ma proprio a quelle che si discostano dalla norma statistica.
La psicologia si occupa di comprendere le ragioni per le quali acquistiamo un certo prodotto a scapito di un altro, perché votiamo un politico invece che un altro, perché ci vestiamo in un certo modo, perché mangiamo quel che mangiamo, oppure perché certe situazioni ci mettono ansia e perché in altre abbiamo un crollo dell'umore.
Per questo motivo uno psicologo non cura i sintomi dell'ansia, della depressione o altre patologie psichiche e per questo motivo non prescriverà farmaci volti ad eliminare il sintomo. E' interessato a comprendere come quei comportamenti e quegli schemi mentali siano sorti e si siano stabilizzati in quella persona in conseguenza della sua storia familiare, delle esperienze passate e delle specifiche peculiarità di personalità.
Questo ci porta ad un punto fondamentale: per gli esseri umani, come per la maggior parte degli esseri viventi di livello superiore, come ad esempio i mammiferi (ad esclusione quindi dei monocellulari e delle forme di vita che crescono basando il proprio sviluppo soltanto su schemi istintuali inscritti nel codice genetico), le esperienze infantili che avvengono subito dopo la nascita e negli anni successivi risultano cruciali per lo sviluppo psichico e psicologico.
Dai nostri genitori e dalle persone significative che incontriamo soprattutto fino all'età di 6 anni (ma anche nell'adolescenza, periodo in cui il nostro cervello mantiene ancora una forte plasticità) e dalle esperienze che facciamo in questo periodo dipenderà la capacità di relazionarsi agli altri, dipenderà la percezione di sé, dipenderà la modalità di leggere gli eventi del mondo e la maniera di rapportarsi ad esso. In altre parole, in questi anni molti schemi di pensiero, modalità comportamentali, attitudini emotive e modelli emozionali, sorgono e si radicano all'interno degli individui.
Per questa ragione ascoltare la storia di ogni persona che entra in uno studio di psicoterapia è uno degli aspetti più importanti e cruciali.
Non si pensi però che esista una causalità lineare tra un avvenimento del passato e un sintomo presente; tra una dinamica madre-figlio nell’infanzia ed una problematica attuale. Gli esseri umani sono sistemi complessi per cui non sempre A causa B, B causa C. I sistemi complessi sono spesso circolari per cui A può causare B ma a sua volta B può influenzare A che nuovamente agisce su B e quindi su C che influenza a sua volta A, etc.
Questo è importante soprattutto quando notiamo che due fratelli, magari gemelli omozigoti, che hanno quindi avuto gli stessi genitori e sono cresciuti nello stesso ambiente, scelgono diversi Copioni.
Ah, dimenticavo: lo psicologo, a differenza dello psicoterapeuta, manca della formazione e dell'esperienza necessaria per agire su quelle problematiche francamente patologiche quindi legate ai disturbi d'ansia e depressione ma anche relazioni di coppia disfunzionali, rigidità comportamentali dovute ad una personalità, ad esempio, passivo-aggressiva.
Non è soltanto questione di tecniche da acquisire in un corso di formazione (per essere psicoterapeuta bisogna frequentare scuole della durata di 4 anni) ma anche di esperienza professionale e personale e finanche l'essersi sottoposti a propria volta ad un percorso di psicoterapia come paziente.
Infine, oggi, la maggior parte degli psicoterapeuti sono psicologi (laureati in Psicologia e con una specializzazione in Psicoterapia). Una certa parte di psicoterapeuti, invece, sono medici (laureati in Medicina e con una specializzazione in Psichiatria).
In un'altro articolo, spiegherò, invece, come funziona e a cosa serve la psicoterapia.
Ne ho avuto conferma ancora una volta durante un viaggio in treno fatto alcuni giorni fa: alla domanda cosa fai nella vita? ed alla successiva risposta, ecco che l'interlocutore inizia con: "Wow, beato te. Che lavoro bellissimo", aggiungendo poi una serie di luoghi comuni relativi all'essere matti, al fortunatamente io non ne ho bisogno, ma non ti stanchi ad ascoltare i problemi di tutti e, dulcis in fundo, ma mentre i tuoi pazienti sono sdraiati sul lettino tu sei in chat, vero?
Allora, siccome questi argomenti sono gli stessi che affrontavo anni orsono, sempre nei miei viaggi in treno, nel corso dei miei studi universitari, ho deciso di dedicare il tempo necessario a chiarire che cos'è la psicoterapia, perché funziona e perché lo psicologo e lo psicoterapeuta non curano (solo) i matti.
PSICOLOGO e PSICOTERAPEUTA
Cominciamo col dire che psicologo e psicoterapeuta non sono sovrapponibili.
Lo psicologo studia il comportamento umano normale nel senso di funzionale ed agisce per ripristinare tale funzionamento (si pensi agli interventi in azienda). Ergo, si occupa anche delle deviazioni dal comportamento normale. Non mi riferisco con questo termine alle deviazioni patologiche (ansia, depressione, schizofrenia, etc.) ma proprio a quelle che si discostano dalla norma statistica.
La psicologia si occupa di comprendere le ragioni per le quali acquistiamo un certo prodotto a scapito di un altro, perché votiamo un politico invece che un altro, perché ci vestiamo in un certo modo, perché mangiamo quel che mangiamo, oppure perché certe situazioni ci mettono ansia e perché in altre abbiamo un crollo dell'umore.
Per questo motivo uno psicologo non cura i sintomi dell'ansia, della depressione o altre patologie psichiche e per questo motivo non prescriverà farmaci volti ad eliminare il sintomo. E' interessato a comprendere come quei comportamenti e quegli schemi mentali siano sorti e si siano stabilizzati in quella persona in conseguenza della sua storia familiare, delle esperienze passate e delle specifiche peculiarità di personalità.
Questo ci porta ad un punto fondamentale: per gli esseri umani, come per la maggior parte degli esseri viventi di livello superiore, come ad esempio i mammiferi (ad esclusione quindi dei monocellulari e delle forme di vita che crescono basando il proprio sviluppo soltanto su schemi istintuali inscritti nel codice genetico), le esperienze infantili che avvengono subito dopo la nascita e negli anni successivi risultano cruciali per lo sviluppo psichico e psicologico.
Dai nostri genitori e dalle persone significative che incontriamo soprattutto fino all'età di 6 anni (ma anche nell'adolescenza, periodo in cui il nostro cervello mantiene ancora una forte plasticità) e dalle esperienze che facciamo in questo periodo dipenderà la capacità di relazionarsi agli altri, dipenderà la percezione di sé, dipenderà la modalità di leggere gli eventi del mondo e la maniera di rapportarsi ad esso. In altre parole, in questi anni molti schemi di pensiero, modalità comportamentali, attitudini emotive e modelli emozionali, sorgono e si radicano all'interno degli individui.
Per questa ragione ascoltare la storia di ogni persona che entra in uno studio di psicoterapia è uno degli aspetti più importanti e cruciali.
Non si pensi però che esista una causalità lineare tra un avvenimento del passato e un sintomo presente; tra una dinamica madre-figlio nell’infanzia ed una problematica attuale. Gli esseri umani sono sistemi complessi per cui non sempre A causa B, B causa C. I sistemi complessi sono spesso circolari per cui A può causare B ma a sua volta B può influenzare A che nuovamente agisce su B e quindi su C che influenza a sua volta A, etc.
Questo è importante soprattutto quando notiamo che due fratelli, magari gemelli omozigoti, che hanno quindi avuto gli stessi genitori e sono cresciuti nello stesso ambiente, scelgono diversi Copioni.
Ah, dimenticavo: lo psicologo, a differenza dello psicoterapeuta, manca della formazione e dell'esperienza necessaria per agire su quelle problematiche francamente patologiche quindi legate ai disturbi d'ansia e depressione ma anche relazioni di coppia disfunzionali, rigidità comportamentali dovute ad una personalità, ad esempio, passivo-aggressiva.
Non è soltanto questione di tecniche da acquisire in un corso di formazione (per essere psicoterapeuta bisogna frequentare scuole della durata di 4 anni) ma anche di esperienza professionale e personale e finanche l'essersi sottoposti a propria volta ad un percorso di psicoterapia come paziente.
Infine, oggi, la maggior parte degli psicoterapeuti sono psicologi (laureati in Psicologia e con una specializzazione in Psicoterapia). Una certa parte di psicoterapeuti, invece, sono medici (laureati in Medicina e con una specializzazione in Psichiatria).
In un'altro articolo, spiegherò, invece, come funziona e a cosa serve la psicoterapia.
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Post scritto da Leonardo Paoletta
Psicologo e psicoterapeuta Monza.
Sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed Analista Transazionale.