Attacco di panico
Chi è colpito da un attacco di panico (d’ora in avanti ADP) di solito prova a gestirlo mettendo in atto una serie di azioni e comportamenti volti a proteggersi, come ad esempio respirare rapidamente, ma che spesso finiscono con il peggiorare la situazione dato che amplificano le sensazioni proprie del panico (respirare rapidamente può portare ad una iperventilazione che a sua volta porta a sensazioni di vertigine, di disorientamento e di confusione).
Oltre a questo, il timore che l’ADP possa ripresentarsi spinge la persona che ne soffre ad evitare quelle situazioni in cui non sarebbe possibile ottenere un aiuto o dalle quali sarebbe difficile allontanarsi (luoghi affollati, mezzi pubblici, code, etc.). E' questa l'agorafobia.
Basta un solo ADP per rendere sensibile la persona ad ogni minimo segnale dell'ansia e spingendola a sviluppare la "paura della paura". Questa particolare situazione (la paura della paura) porta il soggetto coinvolto ad interpretare i segnali fisiologici di attivazione neurovegetativa (che sono in conclusione le modificazioni biologiche e fisiologiche cui va incontro ogni organismo animale quando sperimenta paura) come gravemente minacciosi per la propria integrità fisica e mentale.
Queste sensazioni di paura portano poi, a loro volta, come in un circolo vizioso, a sperimentare nuova ansia fino ad un nuovo ADP.
In conclusione, è proprio la paura della paura (oltre ai comportamenti di controllo messi in atto dal soggetto) a far sì che si ripresentino nuovi ADP e a far sì che il disturbo di panico venga mantenuto.
I sintomi tipici dell'attacco di panico sono:
Per poter diagnosticare un attacco di panico è necessaria la presenza di almeno quattro di questi sintomi.
Oltre a questo, il timore che l’ADP possa ripresentarsi spinge la persona che ne soffre ad evitare quelle situazioni in cui non sarebbe possibile ottenere un aiuto o dalle quali sarebbe difficile allontanarsi (luoghi affollati, mezzi pubblici, code, etc.). E' questa l'agorafobia.
Basta un solo ADP per rendere sensibile la persona ad ogni minimo segnale dell'ansia e spingendola a sviluppare la "paura della paura". Questa particolare situazione (la paura della paura) porta il soggetto coinvolto ad interpretare i segnali fisiologici di attivazione neurovegetativa (che sono in conclusione le modificazioni biologiche e fisiologiche cui va incontro ogni organismo animale quando sperimenta paura) come gravemente minacciosi per la propria integrità fisica e mentale.
Queste sensazioni di paura portano poi, a loro volta, come in un circolo vizioso, a sperimentare nuova ansia fino ad un nuovo ADP.
In conclusione, è proprio la paura della paura (oltre ai comportamenti di controllo messi in atto dal soggetto) a far sì che si ripresentino nuovi ADP e a far sì che il disturbo di panico venga mantenuto.
I sintomi tipici dell'attacco di panico sono:
- palpitazioni
- sudorazione
- tremori
- dispnea
- sensazione di asfissia
- dolore al petto
- nausea
- sensazione di instabilità e di sbandamento
- derealizzazione
- depersonalizzazione
- paura di perdere il controllo
- paura di impazzire
- paura di morire
- parestesie
- brividi o vampate di calore
Per poter diagnosticare un attacco di panico è necessaria la presenza di almeno quattro di questi sintomi.