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Psicopatologia o psicologia del benessere?

Psicopatologia o psicologia del benessere?
Negli ultimi anni si è assistito ad un profondo cambiamento nella nostra società: nella politica, nell'economia, nella scuola, quindi nella famiglia, nei luoghi di lavoro e nella gestione degli spazi privati e, aspetto che riguarda questo articolo, nella concezione di malattia, salute e benessere.

L’avvento del web e dei social network ha fatto sì che ogni utente della salute sia sempre più informato, attivo e critico. Si è divenuti così, non più pazienti bensì clienti. Come clienti della salute usiamo internet per cercare risposte alla nostra sintomatologia, cerchiamo informazioni sul medico (o sullo psicologo) che ci è stato consigliato o che, meglio, abbiamo trovato in un elenco in rete o tramite Google.

Oggi essere sani è diventato un valore di riferimento, la legittima aspirazione di uomini, donne, bambini ed anziani. Non è più un costrutto legato alla malattia o all'assenza di malattia.

Essere sani oggi significa prestare attenzione ai fattori ambientali, agli stili di vita, all'alimentazione, all'immagine di sé, agli affetti, alle relazioni.

Insomma, prestare attenzione al proprio benessere psico-fisico globale.

Ma allora che cos'è la psicologia del benessere?

Già cinquant'anni fa, l’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definiva il benessere psicologico come lo stato in cui ogni individuo possa sfruttare appieno le proprie capacità cognitive ed emotive e in cui possa stabilire relazioni sociali soddisfacenti adattandosi ai propri conflitti interni e alle circostanze esterne.

Quindi già allora si era valutato come fosse necessario andare oltre la misurazione dei problemi fisici (malattie, dolore, disturbi, sintomi) e mentali (disfunzioni, depressione, stress, ansia, etc.). Ed è proprio questo lo scopo della psicologia del benessere: fornire all'individuo quegli strumenti utili ad incrementare il proprio stato di benessere globale.

Non si vuole con questo negare la psicopatologia: le malattie ci sono, così come i disturbi e le disfunzioni.

Si comprende, quindi, come l’ambito della psicologia del benessere e l’acquisizione delle tecniche correlate, sia indirizzata a persone che non presentino particolari difficoltà a livello psicologico. La psicologia del benessere  diversamente dalla psicologia clinica non si occupa di quegli interventi attivati, invece, nei periodi di crisi personale.  

Il concetto chiave della psicologia del benessere è il rilassamento.

Infatti, attraverso l’apprendimento delle capacità di distendersi e di rilassarsi, l’individuo apprende un diverso approccio alla propria esistenza liberando energie che in precedenza impiegava in maniera disfunzionale (ad esempio per mantenere in essere una sintomatologia psicosomatica) ed arrivando ad utilizzarle per esprimere al meglio le proprie potenzialità e per gestire in maniera ottimale le relazioni con gli altri (migliorando la propria assertività).

In che modo può aiutarti, quindi, uno psicologo del benessere?
Attraverso tecniche per la gestione dello stress (rilassamento muscolare progressivo di Jacobson, Training Autogeno); tramite un training sulle strategie di comunicazione e sulla gestione dell'ansia sociale per migliorare la relazione con gli altri, l’autostima e l’assertività

Post scritto da Leonardo Paoletta

Psicologo Monza
Leonardo Paoletta.
Psicologo e psicoterapeuta Monza.
Sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed Analista Transazionale.

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