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Come funziona la psicoterapia per il bambino e l'adolescente ?

In genere, al primo incontro, soprattutto in presenza dei genitori, il bambino non parla volentieri o non esprime la sua opinione. Ciò che può essere interessante in questa prima fase è averlo lì a sentire quello che dicono i suoi genitori, in modo che lui osservi, e lo si possa osservare, ascoltare, trattarlo con rispetto, dandogli responsabilità, tentando di coinvolgerlo circa il percorso e la presenza, anche solo verificando le cose con lui e instaurando un contatto visivo, facendo in modo che non si senta solo come un pacco portato li per chi sa quale motivo, chiedendo la sua opinione a proposito, rispettando il suo punto di vista. 

Quindi, dopo aver spiegato le regole del setting sia ai genitori sia al bambino, incomincia un percorso relazionale di alleanza, fatto di giochi e momenti ludici finalizzati a stemperare l’ansia, la preoccupazione del bambino, la paura per quello che accadrà d’ora in poi nella stanza dei giochi. 

Alcune sedute serviranno a stabilire una alleanza, a trovare una iniziale comunicazione per permettergli fidarsi ed affidarsi prima di accompagnarlo nell’esplorazione del proprio mondo interiore, per favorire la consapevolezza dei propri bisogni, delle emozioni, delle paure, dei contatti interrotti. 

Il bambino non viene alla seduta annunciando: "Oggi voglio lavorare su questo”. A volte viene con un’idea precisa degli strumenti che intende usare, dei giocattoli con cui giocare, portandoli con se addirittura da casa, a volte vuole semplicemente raccontare qualcosa che gli è accaduto, altre volte desidera solo condividere ciò che gli piace o qualcosa che ha visto in televisione. Non sa che cosa vuole esplorare o elaborare o scoprire di se stesso. Il più delle volte non si riconosce nemmeno la capacità né la volontà di farlo. 

Gli adolescenti hanno spesso molte situazioni da discutere, ma anche nel loro caso, in genere vogliono solo condividere certi eventi della loro vita o le lamentele circa la scuola o la famiglia, alla ricerca di un alleato che li comprenda e li capisca. Anche loro, immancabilmente, si fermano prima di indagare da sé nel loro intimo. 

Quindi tocca al terapeuta offrire loro i mezzi per aprire porte e finestre del loro mondo interiore. È necessario offrire al bambino quei mezzi che gli permettano di esprimere le sue emozioni e tirare fuori ciò che tiene nascosto dentro, in modo da poter lavorare insieme su questo materiale.

Tratto da Oaklander Violet, Il gioco che guarisce