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Come funziona la psicoterapia

Come funziona la psicoterapia
(5' di lettura)

Cominciamo col dire che: No, non c’è alcun lettino. Oggigiorno neppure tutti gli psicanalisti lo utilizzano.

Una prima definizione riguarda gli strumenti usati: la psicoterapia è una terapia basata sull'uso della parola, del dialogo e del confronto.

Non ci sono e non ci devono essere segreti. In ogni momento il paziente (o cliente secondo l’uso che ne faceva Carl Rogers) deve sapere dove si trova e cosa sta accadendo. Ciò non significa che il terapeuta non debba vedere più lontano di lui, che non debba avere un’idea di come il percorso possa svilupparsi (altrimenti la presenza di un professionista preparato sarebbe inutile) ma il cliente avrà sempre il diritto di comprendere quanto stia accadendo e cosa stia accadendo a se stesso. Infine, è il cliente che decide gli obiettivi e decide quando interrompere il percorso.

Scrivo questo anche per rispondere a coloro che temono di diventare dipendenti dal terapeuta (e ti assicuro che ne ho incontrati molti).
A tal proposito, scopo di ogni terapeuta è quello di rendere autonomo ogni cliente seguendo un proverbio cinese (attribuito a Confucio):

Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno.
Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.

Torniamo al funzionamento della psicoterapia.

Psicoterapeuta e cliente si pongono uno di fronte all'altro e parlano di un argomento che, di solito, viene portato dal cliente. Può essere qualcosa che riguarda la sintomatologia manifestata (gli attacchi di panico, quel senso di affaticamento fisico e mentale proprio della depressione) oppure qualcosa che riguarda il rapporto col proprio partner, la propria famiglia, i colleghi di lavoro, etc. 

A seconda della formazione del terapeuta possono essere proposti esercizi che coinvolgono la capacità immaginativa e/o l'ambito corporeo.

Compito del terapeuta sarà quello di trovare lo schema di funzionamento dietro ognuno di queste situazioni descritte, collegare questo schema ad un momento storico del paziente e trovarne il senso ovvero la spiegazione, l’origine di certi schemi e la loro utilità (sono queste le cosiddette interpretazioni). Chi mi conosce ha avuto modo di sentirmi ripetere spesso: "Dove l'hai imparato? Dove hai imparato a fare così? A pensare in tal maniera? A reagire in questo modo?”

Questo perché, come scrivevo sopra, senza che ne siano consapevoli, le persone reagiscono alle situazioni attuali alla stessa maniera in cui reagivano di fronte ai propri genitori, facendo delle generalizzazioni ("Succede sempre così”, "Nessuno mi capisce”) e svalutando se stessi o gli altri ("Non ce la farò mai”, "Lui/Lei non può nemmeno immaginare cosa significhi”). In quest'articolo spiegavo le ragioni dell'importanza delle esperienze infantili. 

Non sto dicendo che sia sempre necessario parlare del proprio passato, né che bisogna fare il processo ai propri genitori: questo non è affatto lo scopo della psicoterapia. Se il problema è sorto nel passato (si pensi ad esempio a certe esperienze traumatiche che necessitano di essere rielaborate) risulta utile e necessario agire su quello, altrimenti si può lavorare sugli effetti attuali del problema.

Riflettere sul proprio passato, sul tipo di relazioni significative avute nell’infanzia e nell’adolescenza, ha l’unico scopo di comprendere l’origine del proprio Copione e di agire su di esso: se a 6 anni, ogni individuo risulta capace di prendere decisioni su di sé, sulla propria vita e sul modo di stare al mondo, tanto più e tanto meglio potrà farlo in età adulta, avendo maggiore esperienza, maggiore solidità e maggiore capacità di analizzare la realtà e di assumersi le responsabilità del cambiamento.

Il primo passo, quindi, è quello di diventare consapevoli di tutti quegli schemi, relazionali e non, appresi soprattutto nell'infanzia e che ci portiamo dietro a nostra insaputa; schemi che condizionano il nostro vivere, il nostro agire e il nostro sentire quotidiano.

Successivamente a questa presa di coscienza, sarà necessario imparare nuovi modelli di azione, bisognerà imparare a pensare in maniera diversa ed entrare in contatto con le emozioni che sono dietro ognuno di questi pensieri e schemi mentali per poterle rielaborare, accogliere, comprendere e prendere nuove decisioni su di sé e sulla propria vita.


A COSA SERVE LA PSICOTERAPIA

A me piace pensare alla psicoterapia come ad una nuova possibilità che ogni persona può offrire a se stessa per migliorare la propria vita.

Questo ha a che fare con il concetto di Copione: come avrai potuto leggere, il Copione è l'insieme di decisioni, credenze e convinzioni che guidano ogni persona nel proprio quotidiano. Questo insieme di pensieri, comportamenti e reazioni emotive, viene appreso e definito già verso i 6 anni. Se il copione è un copione vincente allora esso potrebbe non aver bisogno di nessun aggiustamento o di una semplice manutenzione. In caso contrario, se esso risulta essere un copione disfunzionale (copione perdente o copione banale), necessiterà di una revisione a volte anche molto profonda. 

Scriveva Alice Miller (di cui consiglio questa lettura) che la psicoterapia consente:
  • il recupero dei sentimenti autentici e della propria autentica personalità;
  • la legittimazione a provare ed esprimere le proprie emozioni anche se in contrasto con le persone amate;
  • la comprensione che amare una persona significa vederla per quello che essa è davvero, nel bene e nel male;
  • l'accettazione di provare sentimenti contrastanti verso le persone amate senza aver paura di perderle;
  • la creazione di una relazione adulta ed indipendente con i propri genitori;
  • il rispetto verso se stessi e gli altri.

La psicoterapia, quindi:
  1. ripristina il benessere dell'individuo,
  2. permette di modificare quegli schemi mentali rigidi, disfunzionali o francamente patologici, 
  3. insegna l'accettazione di sé, 
  4. insegna a perdonarsi per gli errori commessi e per le occasioni perse,
  5. porta alla consapevolezza profonda delle proprie emozioni,
  6. aiuta a mettere ordine alle relazioni con le altre persone significative siano esse ancora in vita, vicine, lontane o defunte,
  7. insegna quindi a fare la pace con se stessi e con la propria storia. 


PERCHÉ LA PSICOTERAPIA FUNZIONA

Una psicoterapia non è soltanto un’esperienza razionale guidata dalla logica e dal puro intelletto. Certamente il terapeuta è una persona dotata di intelligenza che parla alla parte intelligente e logica del cliente che ha davanti. Ma tutto questo non basta, altrimenti avrebbe la stessa valenza il parlare con un amico sincero e dotato di raziocinio.

Quello che ad un certo punto accade all’interno della relazione tra il terapeuta ed il cliente è un’esperienza nuova, mai sperimentata e, soprattutto, correttiva (Franz Alexander parlava proprio di esperienza emozionale correttiva).

Le interpretazioni, le indicazioni, i suggerimenti, le reazioni ed ogni altra dinamica avvenuta tra terapeuta e cliente, faranno sì che ad un certo punto ci sia come uno sblocco, un insight. Sarà quel momento in cui il vecchio problema verrà visto con occhi nuovi.

È una sorta di magia (non fraintendermi: uso questo termine in senso figurato, per descrivere qualcosa di inspiegabile col solo ragionamento) ovvero qualcosa che, appunto, sfugge alla razionalità, qualcosa di diverso da un semplice apprendimento di regole o modelli. È quel momento in cui il cliente si sente meglio, più energico, con una ritrovata speranza e voglia di fare, deciso a riprendere in mano il proprio sviluppo come persona e come individuo ed è quel momento in cui anche i sintomi svaniscono oppure perdono il peso che avevano e quella capacità di influenzare l’esistenza.



CONCLUSIONI


Concludo questa esposizione sottolineando un aspetto cruciale della psicoterapia: essa funziona se funziona la relazione tra il terapeuta e il cliente. Se c'è fiducia, stima e quindi se il cliente riesce ad affidarsi nel rispetto dei tempi e dei modi propri di ognuno.

La psicoterapia non deve essere una sofferenza (in alcuni momenti può anche essere dolorosa): deve essere stimolante, deve incuriosire e deve di volta in volta far sentire il cliente più autentico, più libero di esprimere veramente se stesso, di entrare in contatto con quei pensieri, emozioni ed immagini di sé dapprima sconosciuti o repressi.

Infine, deve spronare a diventare persone migliori

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Post scritto da Leonardo Paoletta

Psicologo Monza
Leonardo Paoletta.
Psicologo e psicoterapeuta Monza.
Sono uno Psicologo, Psicoterapeuta ed Analista Transazionale.

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